DA CONTRADA RAVA DI CASTELLI (TE) AI RUDERI DEL CASTELLO DI PAGLIARA 15-02-2021
DIFFICOLTA' : E escursionistico
DISLIVELLO : 380m.
PARTENZA : Area picnic "Crocefiume" 600m. al termine della strada di c.da Rava
ARRIVO : Ruderi del Castello di Pagliara 978m.
DURATA : 4 ore andata e ritorno
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Fabrizio Sulli, su Flickr
L'itinerario proposto è escursionistico facile, ma visto il dislivello, è riservato ad escursionisti con un minimo di allenamento al trekking, anche con bambini al seguito di età superiore agli 8 anni. In inverno, come in questo caso, è possibile effettuarla anche con le ciaspole.
La partenza è presso l'area picnic del Crocefiume, così chiamata perchè situata presso la confluenza del torrente fosso della Rava (nasce da M.Prena 2561m.) con il torrente Leomogna (nasce da M.Camicia 2564m.), in uno scenario ad anfiteatro tra le due cime più alte della catena orientale del Gran Sasso D'Italia, sopra menzionate.
Il luogo si presta moltissimo per sosta e ristoro, essendo fresco anche d'estate, con la presenza costante dell'acqua.
Poco a monte dell'area picnic è presente un piccolo parcheggio (10 posti massimo) dove lasciare le auto. Da qui prende il via l'escursione.
Inizialmente si prende una strada comunale sulla destra, che costeggia la valle del fosso della Rava in sinistra orografica. Dopo alcuni saliscendi e poche centinaia di metri, al termine di una breve salita, vi è un bivio con un cartello che porta le indicazioni per il "lago di Pagliara". Sulla sinistra la strada comunale prosegue, parzialmente richiusa dalla vegetazione, ed è visibile un rudere con un pioppo tremulo cresciuto al suo interno, e le mura coperte dall'edera.
Si prende il sentiero sulla destra, in salita, lasciando la strada comunale.
Alcuni tratti del sentiero sono attrezzati con staccionata e terrazzamenti.
Si guada un piccolo fosso e si segue il sentiero, segnato con bolli bianco-rossi, attraversando un bosco misto cresciuto spontaneamente sui terreni prima coltivati e pascolati. Nella prima parte il sentiero costeggia il ruscello che offre scorci interessanti nella stagione di scorrimento dell'acqua, mentre in estate risulta spesso in secca.
Le piante più diffuse sono acero campestre, acero opalo, acero di monte, pioppo nero, carpino nero, carpino bianco, frassino orniello, frassino maggiore, roverella. Più sporadici il tiglio ed il pioppo tremulo. Nel sottobosco, nelle condizioni più favorevoli, cominciano a diffondersi giovani piante di faggio ed abete bianco. è presente anche un solo esemplare di agrifoglio.
Occorre prestare attenzione ai segnali, abbastanza radi, ed al fatto che il sentiero è spesso grufolato dai cinghiali, rendendolo poco chiaro.
Più avanti presso un tornante si intercetta la strada asfaltata che da Villa Rossi di Castelli, conduce al valico del lago di Pagliara. La si segue fino al valico, poichè il sentiero prosegue praticamente in parallelo ad essa nel bosco, per poi arrivare allo stesso valico.
Lungo la strada si incontrano alcuni rimboschimenti a pino nero, pino silvestre, cipresso dell'Arizona, e ciliegi selvatici. Poco prima del valico il panorama comincia ad aprirsi sulle colline teramane e sulla parete nord del Monte Camicia.
Arrivati al valico del lago di Pagliara (non vi è alcun lago, ma solo una palude coperta dai canneti), è possibile fare una breve sosta per poi proseguire. Esso mette in comunicazione la valle del Leomogna, con quella del Ruzzo, e la strada prosegue in discesa verso la frazione Pretara di Isola del Gran Sasso D'Italia.
Il panorama abbraccia le cime maggiori della catena orientale dal Corno Grande e monte Brancastello ad ovest, a monte Prena e monte Camicia verso sud. Ad est invece lo sguardo spazia verso il mare Adriatico nelle giornate limpide.
Sulla destra rispetto alla direzione di provenienza, si vedono due mulattiere. Si imbocca quella sulla sinistra in salita, attraversando tratti a rimboschimento (ciliegio,noce,frassino maggiore,frassino meridionale,aceri) con tratti a boscaglia e macchia, tra rovi,rosa sp. , prugnolo, sanguinello, fusaggine, corniolo.
Un bel colpo d'occhio lo si ha sotto un tratto di pioppi tremuli, che sembrano quasi costituire un viale. La loro corteccia chiara, bianco verdastra, risalta in tutte le stagioni, e ricorda quella delle betulle. Voltandosi indietro, il panorama comincia ad aprirsi. Su tutto spicca il Monte Camicia con la sua verticalità, e lo sguardo si perde tra canaloni, guglie, forre ammantate dalla faggeta.
Nel bosco, si incontra un'altro bivio dove la strada si biforca. Prendere sulla sinistra, arrivando ad un punto dove, in un tratto con ginestre, la strada svolta sulla sinistra abbandonando il versante est del Colle Petruccio, per costeggiare quello nord. Da qui è già possibile vedere la meta dell'escursione, ovvero i resti della torre sud del castello, sopra una guglia rocciosa.
Dopo alcune centinaia di metri, la mulattiera termina su un piccolo spiazzo panoramico sul Corno Grande, per diventare sentiero sulla destra.
In circa 300m. il sentiero conduce fino ai ruderi del castello, attraverso un bosco rado di roverelle e cerri, e passando sotto stupende falesie rocciose, con vie attrezzate per l'arrampicata sportiva ma assai poco frequentate.
In questa zona è possibile osservare come il microclima delle pareti calcaree esposte a sud consenta anche a specie più amanti del caldo di sopravvivere. Tra le rocce si possono osservare alcuni esemplari di elicriso, teucrium, viburno, cisto! Mentre sul versante nord il bosco è pressochè omogeneo, a carpino nero e frassino orniello, con qualche faggio.
Dai ruderi del castello, le cui scarpate sono parzialmente protette da staccionate, è possibile osservare un panorama grandioso.
Verso nord sono visibili i Monti Gemelli, i Monti Sibillini, e parzialmente i Monti della Laga. La lunga cresta che va da Colle Pelato al Montagnone, all'Arapietra occulta parzialmente la visuale. Ad ovest spiccano il Corno Piccolo 2655m. , il Corno Grande 2912m., e monte Aquila 2498m.
Seguendo la catena verso sud, troviamo vado di corno 1924m., e lo splendido anfiteatro dell'alta valle del Ruzzo, sopra Pretara, con le due vallate parallele di Malepasso e Fossaceca.
A destra il Monte Brancastello 2385m. e sulla sinistra m. Prena 2561m.
Nel mezzo tra le due valli, la cresta affilata del Cimone Di Santa Colomba 1912m. ed ancora più in alto le Torri Di Casanova 2362m.
Chiude a sud il panorama, la lunga cresta che dal Vado di Ferruccio 2233m. porta fino a Monte Camicia 2564m. e termina con il Dente del Lupo 2313m. separato dai pilastri del monte Camicia dalla sella ad U della forchetta di Penne.
Questo è il tratto più spettacolare, tra i cui canaloni alcuni nevai perenni sopravvivono alla stagione estiva. In inverno invece, ed in primavera, si possono osservare in sicurezza le numerose valanghe che dalla parete nord convergono verso la sua base, il Fondo della Salsa, punto di arrivo di una delle più belle escursioni in comune di Castelli.
Lo stretto e lungo pianoro su cui sorgeva il Castello, e su cui insiste la chiesetta di S.Maria a Pagliara, danneggiata dal terremoto 2009, è il luogo ideale per sostare, o per effettuare splendidi bivacchi notturni in tenda, ammirando il cielo stellato.
Il ritorno si svolge seguendo lo stesso itinerario.
mappa c.da rava - ruderi castello di Pagliara by
Fabrizio Sulli, su Flickr
IL CASTELLO DI PAGLIARA E LA CHIESETTA DI SANTA MARIA A PAGLIARA.
La famiglia dei conti di Pagliara, che dette illustri personaggi all’antico Regno di Napoli, vi abitò per diversi secoli:
Dal Catalogus Baronum (1150 – 1168), risulta che Oderisio di Collepietro possiede Palearia.
Nel 1248 Innocenzo conferma a Gualtiero de Palearia, conte di Manoppello il possesso dei beni avuti dal re di Sicilia.
Dal principio del XVIII° secolo i pochi villaggi raccolti sotto il nome di Pagliara fanno parte del comune di Isola del Gran Sasso.
Della famiglia, veramente di origine pennese, esiste nell’archivio vescovile di Teramo, una nomina, del 1774, dell’ultima marchesa della Valle, che reca anche il titolo di “comitissa Paleareae”: eredi ne sono i Caracciolo, principi di Torella, nello scorcio del secolo XVIII°.
Oggi del Castello rimangono solo pochi resti delle strutture medievali, costituite da grossi blocchi calcarei irregolari connessi da malta. Vi sono tracce di bastioni circolari, frutto di rifacimenti forse cinqucenteschi. Dove le mura raggiungono un’altezza di circa due metri si vedono le imposte di crociere. Il castello possedeva uno schema allungato, a cannocchiale, condizionato dall’andamento dell’altura su cui era stato costruito.
Tra i ruderi è visibile la chiesetta di Santa Maria di Pagliara (XII° sec.) che presenta una muratura in pietra e malta coperta da un intonaco a superficie rustica, e una copertura a struttura lignea ad un solo spiovente. Nella prima domenica dopo Pasqua la chiesetta è meta di una festa religiosa molto sentita, da parte dei devoti della vicina frazione di San Massimo, di Isola del Gran Sasso.
E’ una graziosa chiesetta a stanza rettangolare e tetto a spiovente unico. In facciata si alza un piccolo campanile a vela per una campana, attualmente custodita all’interno della chiesa. Su di essa si legge Fusa in Loreto Aprutino – 1874 – Marcello Della Noce. La costruzione del castello risalirebbe al IX secolo, mentre della chiesetta, seppure probabilmente coeva del castello, si hanno le prime notizie nel 1324, ed il suo nome originario era “Sante Marie de Paliaria”.
Ricostruita a partire dal 1825 da fra’ Nicola Torretta, l’ultimo eremita del Gran Sasso che dimorò a lungo nell’eremo di Frattagrande, è composta di due stanze, di cui una più grande propriamente destinata al culto, ed una decisamente più piccola, aggiunta da fra’ Nicola per poterci abitare. L’accesso è sul lato corto che guarda verso Nord ed è facilitato dalla presenza di alcuni rozzi gradini.
Attualmente, in seguito al sisma aquilano del 6 aprile 2009, non è possibile accedere alla chiesa in quanto risulta danneggiata e puntellata da allora. Negli anni seguenti le grandi nevicate ed altre scosse di terremoto hanno ulteriormente peggiorato la situazione, e non sono ancora partiti lavori di ricostruzione.
FONTE :
https://www.isoladelgransasso.it/aree-di-i...lo-di-pagliara/