Posts written by - Fabrizio -

view post Posted: 21/12/2021, 20:18 GRAN SASSO - DA COLLE RUSTICO AL FONDO DELLA SALSA. - Gran Sasso
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INCLUSIONI DI SELCE IN UNA ROCCIA


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ROCCE NELL'ALVEO DEL LEOMOGNA


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MACROFOSSILI (PECTEN) NEI MASSI LUNGO L'ALVEO DEL TORRENTE LEOMOGNA


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LA ROCCIA E' SBIANCATA PERCHE' LA PIENA DEL TORRENTE DURANTE UN TEMPORALE, HA RIMOSSO I DETRITI CHE LA RICOPRIVANO, APPROFONDENDO L'ALVEO DI OLTRE UN METRO IN POCHE ORE.
view post Posted: 21/12/2021, 18:44 GRAN SASSO - DA COLLE RUSTICO AL FONDO DELLA SALSA. - Gran Sasso
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RISALENDO IL COSTONE MORENICO SULLA SINISTRA OROGRAFICA DEL TORRENTE LEOMOGNA, SI SCOPRE ANCORA DI PIU' LA PARETE NORD

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I RESTI DEL MONUMENTO A PIERGIORGIO DE PAULIS

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VISUALE VERSO VALLE

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IL FONDO DELLA SALSA, DAL PUNTO DI ARRIVO


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LE TARGHE COMMEMORATIVE A PIERGIORGIO DE PAULIS E MARCO ADINOLFI

Edited by - Fabrizio - - 21/12/2021, 19:11
view post Posted: 21/12/2021, 17:43 GRAN SASSO - DA COLLE RUSTICO AL FONDO DELLA SALSA. - Gran Sasso
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ASPETTI DELLA FAGGETA IN VESTE PRIMAVERILE.

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LA FAGGETA A FINE INVERNO, CON FIORITURA DI BUCANEVE

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ATTRAVERSAMENTO DI FOSSO MORTO ED INDICAZIONI





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IL PANTANO DI "FONTE DEI SIGNORI" SULLA STRADA FORESTALE, POCO PRIMA DELL'USCITA DAL BOSCO
view post Posted: 21/12/2021, 17:28 GRAN SASSO - DA COLLE RUSTICO AL FONDO DELLA SALSA. - Gran Sasso
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LA STRADA PRESSO IL PARCHEGGIO

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PARCHEGGIO PER IL SENTIERO DEL FONDO DELLA SALSA



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L'INIZIO DEL SENTIERO PER IL FONDO DELLA SALSA



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IL PRIMO MONUMENTO COMMEMORATIVO AL PILOTA MARCO ADINOLFI : LA SPADA NELLA ROCCIA
view post Posted: 21/12/2021, 16:55 GRAN SASSO - DA COLLE RUSTICO AL FONDO DELLA SALSA. - Gran Sasso
DA COLLE RUSTICO AL FONDO DELLA SALSA.



DIFFICOLTA' : E

SEGNI : Bianco-Rossi , sentiero 245

QUOTA DI PARTENZA : 770m.

QUOTA DI ARRIVO : 1250m.

DISLIVELLO : 480m. fino al punto più alto e sicuro raggiungibile in estate.
380m. nelle altre stagioni.

SVILUPPO : 4,5km. tra andata e ritorno sullo stesso itinerario.

TEMPO : 4 ore andata e ritorno comprensivo di soste.

CARTOGRAFIA : Carta 1:25000 - Gran Sasso - CAI Sezione di L'Aquila
Carta 1:25000 - Gran Sasso - Società Editrice Ricerche
Carta 1:25000 - Gran Sasso - Edizioni Il Lupo







Il monte Camicia con la sua verticale parete nord, costituisce uno degli scenari più belli dell'Abruzzo e dell'intera catena appenninica. Fin dalla costa adriatica, assieme al paretone del Corno Grande, il suo profilo è chiaramente individuabile e man mano che ci si avvicina l'imponenza delle rocce sovrastanti Castelli, paese delle ceramiche, affascina ed incute timore allo stesso tempo.
Nei boschi alle sue pendici e su questa montagna si intrecciano storie di boscaioli, cavatori di ghiaccio e alpinisti che hanno aperto vie su questa parete, anche a costo della propria vita. Il sentiero qui proposto si sviluppa lungo l'alta valle del torrente Leomogna nel suo ramo destro orografico. Questo torrente nasce in 3 rami dall'anfiteatro compreso tra il Monte Camicia 2564m. e Monte Prena 2561m., facenti parte della catena del Gran Sasso D'Italia.


ACCESSO : Dal paese di Castelli, si prosegue lungo la strada per Campo Imperatore e Rigopiano, passando tutte le contrade fino a San Salvatore. Dopo le ultime case, qualche centinaio di metri a monte, si trova uno slargo sulla sinistra dove si parcheggia. Il sentiero comincia sulla destra. Provenendo invece da Arsita, Farindola o da Campo imperatore, scendendo verso Castelli, il parcheggio lo troverete sulla destra oltrepassando il bivio per Colledoro di qualche centinaio di metri ed alcune curve.


Dopo aver parcheggiato la macchina, sulla destra nei pressi della curva, si può vedere il cartello in legno che indica l'inizio del sentiero per il Fondo della Salsa.

All'inizio del bosco vi è un tavolo con panchine ed una tabella del parco vuota. Si prosegue la strada sterrata che va dritto ignorando quella sulla destra, seguendo i segni bianco-rossi. Qui la faggeta è a quota relativamente bassa, mista a ciliegio, carpino nero e carpino bianco. è una fustaia pressochè coetanea, con il sottobosco pulito per via delle utilizzazioni e della raccolta di legna, ed è uno dei pochi punti a bassa pendenza dove è possibile passeggiare.
Si continua a seguire la traccia oltrepassando una selletta dove la strada va in discesa fino ad un tratto pianeggiante, dove la faggeta diventa pura e si passa sotto maestosi esemplari colonnari. In questa zona in primavera verso aprile e maggio, è abbondante la crescita dell'aglio ursino nel sottobosco!

Riprende quindi la salita fino a toccare quota 887m. presso Fosso Morto, un canalone ghiaioso proveniente dal settore del Dente del lupo, che porta acqua solo durante le piene eccezionali al disgelo oppure durante i forti temporali estivi. Qui c'è un bivio, si lascia la sterrata sulla destra per prendere un'altra traccia sulla sinistra, in salita più ripida, verso fonte dei signori. Nel giro di 35 minuti si esce quindi dalla faggeta al cospetto della parete nord, e nel giro di 50m. la strada forestale termina presso il guado del torrente Leomogna.
Poco prima sulla sinistra, nascosto sotto una roccia, vi è un piccolo fontanino dove è possibile rifornirsi d'acqua.

Presso il torrente, dal lato opposto, è ben visibile la traccia di sentiero che prosegue verso il fondo della salsa. Qui la vegetazione cambia, ed in tutto il resto del percorso si può vedere nei periodi da maggio a luglio, una diversità floristica senza pari, in quanto la parte alta della valle è continuamente rimaneggiata dalle piene del torrente e dalle valanghe invernali. Il microclima che si crea unito alle condizioni particolari, consentono quindi la crescita di vegetazione pioniera sia arborea che arbustiva, che soprattutto erbacea, dalle specie ripariali lungo il torrente a quelle legate all'alta quota, i cui semi o le cui zolle sono portate più in basso proprio dalle valanghe.

Qui il sentiero rimonta un costone morenico passando tra boscaglia mista di faggio, carpino nero, frassino orniello e maggiore, salici, acero opalo, montano, riccio, e sorbo sia montano che degli uccellatori. Quest'ultimo assai poco diffuso.
Presenti varie specie di arbusti tra cui frangola, caprifogli, uva ursina, ramno alpino e spaccasassi.
Nei prati spiccano le fioriture della Peonia e della Genziana, mentre nelle aree più sassose ed assolate, è presente il timo.

Il sentiero tocca i resti del monumento a Piergiorgio De Paulis, che era costituito da due torrette in ceramica locale, purtroppo distrutte dalle valanghe del 2015. Ora si possono vedere solo 2 sbarre di ferro piegate su una roccia. Poco più avanti si incrocia il sentiero dei 4 vadi con un bivio sulla destra che indica la direzione per colle delle nozze.
Siamo a quota 1150m. ma se si vogliono veramente vedere gli scorci più belli, occorre andare un pò più avanti dove nuovamente il panorama si scopre ed il sentiero si avvicina al greto del torrente dove termina.

Si incontrano 2 lapidi commemorative presso una roccia, a ricordo di chi è morto su questo versante montano :

- Piergiorgio De Paulis, nato a L'Aquila il 22 agosto 1964 e morto a 20 anni il 24 dicembre 1974 durante la prima ascensione invernale della parete nord effettuata assieme a Domenico Mimì Alessandri e Carlo Leone. Ogni anno, il 26 dicembre, si tiene presso il monumento a lui dedicato, una passeggiata e messa celebrativa per tutti i caduti della montagna, organizzata dal CAI di Castelli.

- Marco Adinolfi ,nato a Salerno il 2 febbraio 1967, tenente pilota morto il 6 aprile 1994 schiantandosi sull'orrida parete nord a bordo di un cacciabombardiere AMX, un'aereo che già aveva fatto registrare una lunga scia di incidenti e morti dalla sua entrata in servizio.
A suo omaggio, all'inizio del sentiero, è stata posta una lapide con una spada nella roccia da parte dei suoi commilitoni.

- Roberto Iannilli e Luca D'Andrea, rispettivamente di Roma e Sulmona, con all'attivo molte salite su queste montagne, morti il 20 luglio 2016 mentre tentavano di aprire una nuova via sulla parete nord


Davanti a voi, come un enorme imbuto a V, c'è il Fondo della Salsa. Questo toponimo è sicuramente una storpiatura dell'originale "Fondo del balzo, o della balza" riferito alla parete verticale che precipita per oltre 1200m. sul versante teramano. Un versante assai diverso da quello aquilano che è un ripido pendio erboso, con affascinanti stratificazioni di roccia e pieghe di sovrascorrimento, assai friabile nella parte bassa, mentre migliora nella parte alta. Una parete difficile da scalare, tanto da essersi meritata il soprannome di "Eiger dell'Appennino" in riferimento alla più nota montagna delle Alpi Bernesi.

Mentre Monte Camicia è probabilmente una storpiatura di Camozza - Monte dei Camosci, come è conosciuto dal versante aquilano di Castel Del Monte, l'originale nome presso l'abitato di Castelli, dato all'ultima grande elevazione del Gran Sasso verso est, era Monte Pareti.

Alla base del grande anfiteatro sotto il precipizio, si forma ogni anno un grande nevaio stagionale, da cui decenni fa gli abitanti del paese prelevavano ghiaccio da vendere. Una volta era perenne, e nelle glaciazioni un ghiacciaio percorreva tutta la valle del Leomogna fino a quota 600m. ed ha lasciato a testimonianza svariate morene lungo il suo percorso. Attualmente, non sopravvive neve fino all'inverno successivo, e generalmente a fine agosto il nevaio si framenta e sparisce. Esso è principalmente di tipo valanghivo ed ivi convergono tutte le valanghe provenienti da 2 km. di lunghezza della parete, attraverso più canaloni. Il loro rumore si può sentire fin dalle colline sottostanti, in occasione del disgelo durante i rialzi termici invernali, oppure ad inizio primavera quando il sole comincia a tornare sulla parete e a scaldarla per alcune ore. Le forre pensili e vertiginose che incidono questo versante, meta di torrentisti esperti, ospitano salti d'acqua e cascate di centinaia di metri in primavera e in estate, alimentate dai nevai che persistono nella parte alta dei numerosi canaloni, mentre in inverno ghiacciano, dando vita a numerose cascate di ghiaccio verticali, di cui quelle alte hanno difficile accesso, e rappresentano uno dei luoghi più difficili per l'alpinismo su ghiaccio in Appennino. Qui nasce il torrente Leomogna, e prima che la neve scompaia, si possono ammirare contemporaneamente 3 stagioni. Attorno al nevaio coperto di detriti, è ancora inverno e la temperatura è vicina allo zero, mentre salendo sui bordi, si passa dalla primavera all'estate, con un tripudio di fioriture di specie rare e protette.
Se si è fortunati, e silenziosi, si possono scorgere i camosci appenninici mentre pascolano sulle rocce a strapiombo, o si rinfrescano sulla neve.

Se si vuole raggiungere la parte più affascinante del Fondo della Salsa, dove il sentiero guada il torrente, si passa sulla parte sinistra e seguendo un'esile traccia, si prosegue toccando più volte l'alveo e risalendo liberamente tra massi e pozze d'acqua fresca, fino a raggiungere l'incrocio dei 3 canali principali che alimentano il torrente. Qui si può sostare sull'alveo o sui prati vicini, facendo sempre attenzione a tenersi distanti dalle pareti di roccia da cui spesso cadono pietre. La parte alta della valle che ospita la neve e le cascate è infatti visibile solo da questa posizione. è sconsigliato proseguire fin qui su terreno innevato senza conoscenza ed attrezzature adeguate, in quanto vi è rischio di valanghe e di cedimento del manto nevoso in primavera ed estate. Il torrente infatti scorre sotto la neve ghiacciata, creando ponti e tunnel vuoti invisibili da sopra.
è sconsigliato effettuare questo percorso se vi è rischio di temporali in estate. Le piene del Leomogna, con tutta l'acqua che converge in un unico punto dalla parete, possono essere pericolose!






51760640361_da048448b6_omappa colle rustico - fondo della salsa by Fabrizio Sulli, su Flickr

ESTRATTO DELLA MAPPA CAI GRAN SASSO D'ITALIA CON IL SENTIERO.


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SCORCI SUL MONTE CAMICIA E SUL FONDO DELLA SALSA ALLA BASE DELLA PARETE, DALLE COLLINE DI CASTELLI (TE)
view post Posted: 28/4/2021, 21:58 GRAN SASSO - Da Colle Corneto a Colle dei cavatori 25-04-2021 - Gran Sasso
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LA SALITA SU COLLE DEI CAVATORI

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PARTICOLARE DELLA SABBIA QUARZIFERA


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TARGA DEDICATA A VINCENZO DI SIMONE, MAESTRO CERAMISTA DI CASTELLI


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PARTICOLARE DEL SUOLO COPERTO DI MUSCHIO. IL PH SUBACIDO DI COLLE DEI CAVATORI PERMETTE L'ESISTENZA DI ALCUNE PIANTE DI MIRTILLO.


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CARTELLI CON DIVERSE QUOTE, IN LUOGHI DIFFERENTI = DIFFERENTE GESTIONE SENTIERISTICA TRA C.A.I. E PARCO


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FAGGETA DI COLLE DEI CAVATORI


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IL RIFUGIO "ENRICO FAIANI" DEL C.A.I. DI CASTELLI (TE) POSTO LUNGO LA STRADA TRA IL PAESE E RIGOPIANO


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COLLE CORNETO E VISUALE DELLA PARETE NORD DEL MONTE CAMICIA DALLA CIMA, VERSO IL TRAMONTO.
view post Posted: 28/4/2021, 21:42 GRAN SASSO - Da Colle Corneto a Colle dei cavatori 25-04-2021 - Gran Sasso
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L'INGRESSO DEL SENTIERO

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LA SBARRA LUNGO IL SENTIERO

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BIVIO, PRENDERE A SINISTRA


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SPETTACOLARE CRESCITA DI AGLIO URSINO NEL SOTTOBOSCO, AD APRILE


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ESEMPLARI DI TASSO (Taxus baccata) SOTTO LA COPERTURA DELLA FAGGETA



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LA FAGGETA DI PIETRALUNGA, LUNGO IL SENTIERO PER COLLE DEI CAVATORI


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PRESSO UN SECONDO BIVIO, PRENDERE LA TRACCIA IN SALITA SULLA DESTRA.



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AGRIFOGLI (Ilex aquifolium) FREQUENTI LUNGO IL SENTIERO DI COLLE DEI CAVATORI
view post Posted: 28/4/2021, 21:24 GRAN SASSO - Da Colle Corneto a Colle dei cavatori 25-04-2021 - Gran Sasso
GRAN SASSO - Da Colle Corneto a Colle dei cavatori 25-04-2021.


QUOTA DI PARTENZA : 938m.

QUOTA DI ARRIVO : 1054m.

DISLIVELLO : 150m. conteggiando tutti i saliscendi

LUNGHEZZA : 3km. andata e ritorno

TEMPO DI PERCORRENZA : 3 ore andata e ritorno, con soste.

DIFFICOLTA' : facile

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Il sentiero qui proposto, è tra i più semplici del comprensorio del gran sasso nord-orientale, nel distretto della valle Siciliana. Consiste in una mulattiera che corre a mezzacosta in salita costante ma leggera, per un dislivello scarso, per cui il percorso è accessibile a tutti. Fa parte del sentiero Italia.
Il percorso era usato dai locali ceramisti in passato per rifornirsi della sabbia quarzifera necessaria per la produzione degli smalti usati per le locali ceramiche artistiche. Sabbia che poteva essere cavata proprio a Colle dei cavatori.
Qui infatti, a differenza del substrato roccioso calcareo oppure argilloso, che caratterizza tutta la zona di Castelli, è possibile rinvenire un colle di sabbia, con substrato simile a quello dei vicini Monti della Laga.

Il punto di partenza è sottostante colle Corneto, lungo la strada tra Castelli e Rigopiano, dove si può parcheggiare presso un ampio spiazzo a quota 938m. Poco più sopra sorge il rifugio del CAI Castelli "Enrico Faiani", mentre sul lato opposto, dietro un fontanile chiuso, una breve traccia consente di arrivare sulla cima di colle Corneto, uno splendido balcone panoramico dove la vista spazia dalle colline teramane fino al mare Adriatico verso nord-est, alla catena orientale del Gran Sasso verso sud-ovest.
Di fronte a voi si erge la parete nord del monte Camicia 2564m., con in primo piano il sottogruppo del dente del lupo. Procedendo verso ovest invece, vi sono monte Prena 2561m. ed il Corno Grande del Gran sasso d'Italia 2912m.
Chiudono la visuale a nord i Monti Gemelli, ed i lontani monti Sibillini, nelle Marche.

Dal parcheggio si prosegue in salita lungo la strada asfaltata, fino ad un pannello di legno con staccionata, sulla sinistra, punto di partenza dell'escursione e di ingresso nel bosco.
Il ritorno si svolge sullo stesso itinerario di andata.

La traccia entra subito in una fustaia di faggio, e dopo un fosso, si incontra una sbarra di ferro bianco-rossa. Lungo il percorso si incontrano radi segni bianco-rossi sbiaditi sugli alberi. Poco dopo la sbarra, ad un bivio, bisogna prendere a sinistra, mentre ad un successivo bivio, prendere la traccia sulla destra, che procede in salita fino al valico che immette sul piccolo pianoro di Colle dei cavatori, a quota 1054m.

Durante l'escursione, si attraversa una fustaia di faggio con presenza nello strato intermedio del sottobosco, di alberi di Tasso ed Agrifoglio. L'habitat censito è quello delle faggete termofile degli Appennini, con Taxus ed Ilex. Entrambe queste ultime specie, hanno subito nei secoli una forte rarefazione, dovuta al ripetuto sovrasfruttamento del legname delle faggete, che ne ha alterato la struttura. Nei boschi cedui infatti, sono pressochè assenti. E dove sono rare, la loro rinnovazione è messa a rischio dalla pressione degli ungulati erbivori. Il tasso, durante l'inverno infatti, è spesso preso di mira poichè rappresenta l'unica fonte di cibo in faggeta. Durante il percorso infatti, si può vedere come tutti gli esemplari hanno i rami bassi mangiati ed il tronco parzialmente scortecciato.


Attualmente, la mulattiera originale è stata purtroppo rovinata dall'accesso dei mezzi pesanti per il taglio della legna da parte del comune di Castelli. Ciò nonostante, resta un percorso percorribile e tranquillo, e sarebbe auspicabile una sua valorizzazione anche per la fruizione da parte dei diversamente abili, con creazione di appositi percorsi didattici.


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Edited by - Fabrizio - - 28/4/2021, 23:06
view post Posted: 21/3/2021, 16:54 GRAN SASSO - Da c.da Rava di Castelli ai ruderi del castello di Pagliara 15-02-2021 - Gran Sasso
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DISGELO...


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LUCI NEL BOSCO, SUL SENTIERO IN DISCESA



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ULTIMI SCORCI SUL MONTE CAMICIA, SCENDENDO TRA IL CASTELLO E COLLE PETRUCCIO, E PRESSO IL VALICO DEL LAGO DI PAGLIARA



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RISALENDO VERSO CASA, "VIALE" DI CARPINI NERI
view post Posted: 21/3/2021, 16:46 GRAN SASSO - Da c.da Rava di Castelli ai ruderi del castello di Pagliara 15-02-2021 - Gran Sasso
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PANORAMA, DA SINISTRA A DESTRA, SU TORRI DI CASANOVA, MONTE BRANCASTELLO, CIMA DELLE FIENARE.
SOTTO LE TORRI, SI VEDE IL CIMONE DI SANTA COLOMBA.


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L'ULTIMO TRATTO DEL SENTIERO, DOMINATO DAL MONTE CAMICIA, CHE CONDUCE AL PIANORO DEL CASTELLO. IL LUNGO E STRETTO PRATO ERBOSO E' CIRCONDATO DA STACCIONATE.



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EX VIVAIO FORESTALE "FELICITI" DI PRETARA



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DA SINISTRA A DESTRA - MONTE AQUILA - CORNO GRANDE - CORNO PICCOLO



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IL PIANORO CON I RESTI DELLA TORRE SUD, SU UNA GUGLIA ROCCIOSA. LA TORRE NON E' RAGGIUNGIBILE.

QUESTA TORRE ANCORA OGGI RISULTA VISIBILE ANCHE DAL BORGO DI CASTELLI E DA TUTTE LE COLLINE ED I MONTI CIRCOSTANTI



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LA TORRE SUD E LA PARETE NORD DI MONTE CAMICIA =)



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L'AREA ATTREZZATA POSTA TRA LE MURA DEL CASTELLO E LA CHIESETTA DI SANTA MARIA A PAGLIARA


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BOSSO (BUXUS SEMPERVIRENS) PRESSO L'AREA ATTREZZATA


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STACCIONATA PANORAMICA




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CIMONE DI SANTA COLOMBA, E SOPRA CIMA VADO DI PIEVERANO (SULLA SINISTRA)
MONTE BRANCASTELLO E CIMA DELLE FIENARE ALLA SUA DESTRA (AL CENTRO)


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DA SINISTRA A DESTRA - DENTE DEL LUPO - 4 PILASTRI DEL MONTE CAMICIA - CIMA PISCIARELLONE


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MONTE PRENA



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PANORAMI DALLA TORRE NORD, DAL MONTE CAMICIA FINO AL CORNO GRANDE VERSANTE EST


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GINEPRO ROSSO


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PANORAMA VERSO LA VALLE DI PAGLIARA, TRA LE PENDICI DEL MONTE PRENA E L'ALTURA OVE SORGE IL CASTELLO


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ULTIMO SALUTO AL PIANORO DEL CASTELLO
view post Posted: 21/3/2021, 16:21 GRAN SASSO - Da c.da Rava di Castelli ai ruderi del castello di Pagliara 15-02-2021 - Gran Sasso
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SCENDENDO DA CASA VERSO L'AREA PICNIC DEL CROCEFIUME




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LA STRADA PRESSO IL PARCHEGGIO, E L'IMBOCCO DELLA MULATTIERA SULLA DESTRA. MONTE PRENA SULLO SFONDO


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IL PIOPPO TREMULO ALL'INTERNO DEL RUDERE, PRESSO IL BIVIO PER IL LAGO DI PAGLIARA.



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IL SENTIERO NEL BOSCO MISTO, CON I TRATTI ATTREZZATI CON STACCIONATA


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TRATTI CON RIMBOSCHIMENTO A CONIFERE : PINO NERO E PINO SILVESTRE


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LA STRADA PER IL VALICO DI PAGLIARA, CHIUSA DA ANNI PER FRANA, VIENE SPESSO UTILIZZATA COME CORSIA PREFERENZIALE PER SPOSTARSI DAL BRANCO LOCALE DI LUPI


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PANORAMA VERSO LE COLLINE TERAMANE E PESCARESI AD EST. SULLO SFONDO, L'ALTURA PIU' ALTA E' MONTE GIOVE




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MONTE BRANCASTELLO E CIMA DELLE FIENARE



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LA LUNGA PARETE NORD DI MONTE CAMICIA, NON APPENA IMBOCCATA LA MULATTIERA PER I RUDERI DEL CASTELLO



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IL VIALE DI PIOPPI TREMULI


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PANORAMA VERSO I MONTI GEMELLI ( FOLTRONE,GIRELLA,MONTE DELLA FARINA,MONTE 3 CROCI )

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SCORCIO SUL PAESE DI CASTELLI



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TRA I PINI NERI, SCORCIO SUL CORNO GRANDE, DOVE LA MULATTIERA TERMINA E COMINCIA L'ULTIMO TRATTO DI SENTIERO




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PASSEGGIANDO LUNGO IL SENTIERO, SOTTO LE PARETI DELLE FALESIE ATTREZZATE, SI APRONO VARI SCORCI TRA I RAMI DEGLI ALBERI ED I MONTI RETROSTANTI.
view post Posted: 21/3/2021, 10:44 GRAN SASSO - Da c.da Rava di Castelli ai ruderi del castello di Pagliara 15-02-2021 - Gran Sasso
DA CONTRADA RAVA DI CASTELLI (TE) AI RUDERI DEL CASTELLO DI PAGLIARA 15-02-2021


DIFFICOLTA' : E escursionistico
DISLIVELLO : 380m.
PARTENZA : Area picnic "Crocefiume" 600m. al termine della strada di c.da Rava
ARRIVO : Ruderi del Castello di Pagliara 978m.
DURATA : 4 ore andata e ritorno

51055487256_03b03461fa_hDSC_9373_00083 by Fabrizio Sulli, su Flickr


L'itinerario proposto è escursionistico facile, ma visto il dislivello, è riservato ad escursionisti con un minimo di allenamento al trekking, anche con bambini al seguito di età superiore agli 8 anni. In inverno, come in questo caso, è possibile effettuarla anche con le ciaspole.

La partenza è presso l'area picnic del Crocefiume, così chiamata perchè situata presso la confluenza del torrente fosso della Rava (nasce da M.Prena 2561m.) con il torrente Leomogna (nasce da M.Camicia 2564m.), in uno scenario ad anfiteatro tra le due cime più alte della catena orientale del Gran Sasso D'Italia, sopra menzionate.
Il luogo si presta moltissimo per sosta e ristoro, essendo fresco anche d'estate, con la presenza costante dell'acqua.

Poco a monte dell'area picnic è presente un piccolo parcheggio (10 posti massimo) dove lasciare le auto. Da qui prende il via l'escursione.

Inizialmente si prende una strada comunale sulla destra, che costeggia la valle del fosso della Rava in sinistra orografica. Dopo alcuni saliscendi e poche centinaia di metri, al termine di una breve salita, vi è un bivio con un cartello che porta le indicazioni per il "lago di Pagliara". Sulla sinistra la strada comunale prosegue, parzialmente richiusa dalla vegetazione, ed è visibile un rudere con un pioppo tremulo cresciuto al suo interno, e le mura coperte dall'edera.
Si prende il sentiero sulla destra, in salita, lasciando la strada comunale.
Alcuni tratti del sentiero sono attrezzati con staccionata e terrazzamenti.

Si guada un piccolo fosso e si segue il sentiero, segnato con bolli bianco-rossi, attraversando un bosco misto cresciuto spontaneamente sui terreni prima coltivati e pascolati. Nella prima parte il sentiero costeggia il ruscello che offre scorci interessanti nella stagione di scorrimento dell'acqua, mentre in estate risulta spesso in secca.

Le piante più diffuse sono acero campestre, acero opalo, acero di monte, pioppo nero, carpino nero, carpino bianco, frassino orniello, frassino maggiore, roverella. Più sporadici il tiglio ed il pioppo tremulo. Nel sottobosco, nelle condizioni più favorevoli, cominciano a diffondersi giovani piante di faggio ed abete bianco. è presente anche un solo esemplare di agrifoglio.

Occorre prestare attenzione ai segnali, abbastanza radi, ed al fatto che il sentiero è spesso grufolato dai cinghiali, rendendolo poco chiaro.
Più avanti presso un tornante si intercetta la strada asfaltata che da Villa Rossi di Castelli, conduce al valico del lago di Pagliara. La si segue fino al valico, poichè il sentiero prosegue praticamente in parallelo ad essa nel bosco, per poi arrivare allo stesso valico.
Lungo la strada si incontrano alcuni rimboschimenti a pino nero, pino silvestre, cipresso dell'Arizona, e ciliegi selvatici. Poco prima del valico il panorama comincia ad aprirsi sulle colline teramane e sulla parete nord del Monte Camicia.

Arrivati al valico del lago di Pagliara (non vi è alcun lago, ma solo una palude coperta dai canneti), è possibile fare una breve sosta per poi proseguire. Esso mette in comunicazione la valle del Leomogna, con quella del Ruzzo, e la strada prosegue in discesa verso la frazione Pretara di Isola del Gran Sasso D'Italia.

Il panorama abbraccia le cime maggiori della catena orientale dal Corno Grande e monte Brancastello ad ovest, a monte Prena e monte Camicia verso sud. Ad est invece lo sguardo spazia verso il mare Adriatico nelle giornate limpide.

Sulla destra rispetto alla direzione di provenienza, si vedono due mulattiere. Si imbocca quella sulla sinistra in salita, attraversando tratti a rimboschimento (ciliegio,noce,frassino maggiore,frassino meridionale,aceri) con tratti a boscaglia e macchia, tra rovi,rosa sp. , prugnolo, sanguinello, fusaggine, corniolo.
Un bel colpo d'occhio lo si ha sotto un tratto di pioppi tremuli, che sembrano quasi costituire un viale. La loro corteccia chiara, bianco verdastra, risalta in tutte le stagioni, e ricorda quella delle betulle. Voltandosi indietro, il panorama comincia ad aprirsi. Su tutto spicca il Monte Camicia con la sua verticalità, e lo sguardo si perde tra canaloni, guglie, forre ammantate dalla faggeta.

Nel bosco, si incontra un'altro bivio dove la strada si biforca. Prendere sulla sinistra, arrivando ad un punto dove, in un tratto con ginestre, la strada svolta sulla sinistra abbandonando il versante est del Colle Petruccio, per costeggiare quello nord. Da qui è già possibile vedere la meta dell'escursione, ovvero i resti della torre sud del castello, sopra una guglia rocciosa.

Dopo alcune centinaia di metri, la mulattiera termina su un piccolo spiazzo panoramico sul Corno Grande, per diventare sentiero sulla destra.
In circa 300m. il sentiero conduce fino ai ruderi del castello, attraverso un bosco rado di roverelle e cerri, e passando sotto stupende falesie rocciose, con vie attrezzate per l'arrampicata sportiva ma assai poco frequentate.

In questa zona è possibile osservare come il microclima delle pareti calcaree esposte a sud consenta anche a specie più amanti del caldo di sopravvivere. Tra le rocce si possono osservare alcuni esemplari di elicriso, teucrium, viburno, cisto! Mentre sul versante nord il bosco è pressochè omogeneo, a carpino nero e frassino orniello, con qualche faggio.


Dai ruderi del castello, le cui scarpate sono parzialmente protette da staccionate, è possibile osservare un panorama grandioso.

Verso nord sono visibili i Monti Gemelli, i Monti Sibillini, e parzialmente i Monti della Laga. La lunga cresta che va da Colle Pelato al Montagnone, all'Arapietra occulta parzialmente la visuale. Ad ovest spiccano il Corno Piccolo 2655m. , il Corno Grande 2912m., e monte Aquila 2498m.

Seguendo la catena verso sud, troviamo vado di corno 1924m., e lo splendido anfiteatro dell'alta valle del Ruzzo, sopra Pretara, con le due vallate parallele di Malepasso e Fossaceca.
A destra il Monte Brancastello 2385m. e sulla sinistra m. Prena 2561m.
Nel mezzo tra le due valli, la cresta affilata del Cimone Di Santa Colomba 1912m. ed ancora più in alto le Torri Di Casanova 2362m.

Chiude a sud il panorama, la lunga cresta che dal Vado di Ferruccio 2233m. porta fino a Monte Camicia 2564m. e termina con il Dente del Lupo 2313m. separato dai pilastri del monte Camicia dalla sella ad U della forchetta di Penne.
Questo è il tratto più spettacolare, tra i cui canaloni alcuni nevai perenni sopravvivono alla stagione estiva. In inverno invece, ed in primavera, si possono osservare in sicurezza le numerose valanghe che dalla parete nord convergono verso la sua base, il Fondo della Salsa, punto di arrivo di una delle più belle escursioni in comune di Castelli.

Lo stretto e lungo pianoro su cui sorgeva il Castello, e su cui insiste la chiesetta di S.Maria a Pagliara, danneggiata dal terremoto 2009, è il luogo ideale per sostare, o per effettuare splendidi bivacchi notturni in tenda, ammirando il cielo stellato.

Il ritorno si svolge seguendo lo stesso itinerario.



51055896322_2614296251_hmappa c.da rava - ruderi castello di Pagliara by Fabrizio Sulli, su Flickr



IL CASTELLO DI PAGLIARA E LA CHIESETTA DI SANTA MARIA A PAGLIARA.



La famiglia dei conti di Pagliara, che dette illustri personaggi all’antico Regno di Napoli, vi abitò per diversi secoli:

Dal Catalogus Baronum (1150 – 1168), risulta che Oderisio di Collepietro possiede Palearia.
Nel 1248 Innocenzo conferma a Gualtiero de Palearia, conte di Manoppello il possesso dei beni avuti dal re di Sicilia.

Dal principio del XVIII° secolo i pochi villaggi raccolti sotto il nome di Pagliara fanno parte del comune di Isola del Gran Sasso.
Della famiglia, veramente di origine pennese, esiste nell’archivio vescovile di Teramo, una nomina, del 1774, dell’ultima marchesa della Valle, che reca anche il titolo di “comitissa Paleareae”: eredi ne sono i Caracciolo, principi di Torella, nello scorcio del secolo XVIII°.

Oggi del Castello rimangono solo pochi resti delle strutture medievali, costituite da grossi blocchi calcarei irregolari connessi da malta. Vi sono tracce di bastioni circolari, frutto di rifacimenti forse cinqucenteschi. Dove le mura raggiungono un’altezza di circa due metri si vedono le imposte di crociere. Il castello possedeva uno schema allungato, a cannocchiale, condizionato dall’andamento dell’altura su cui era stato costruito.

Tra i ruderi è visibile la chiesetta di Santa Maria di Pagliara (XII° sec.) che presenta una muratura in pietra e malta coperta da un intonaco a superficie rustica, e una copertura a struttura lignea ad un solo spiovente. Nella prima domenica dopo Pasqua la chiesetta è meta di una festa religiosa molto sentita, da parte dei devoti della vicina frazione di San Massimo, di Isola del Gran Sasso.

E’ una graziosa chiesetta a stanza rettangolare e tetto a spiovente unico. In facciata si alza un piccolo campanile a vela per una campana, attualmente custodita all’interno della chiesa. Su di essa si legge Fusa in Loreto Aprutino – 1874 – Marcello Della Noce. La costruzione del castello risalirebbe al IX secolo, mentre della chiesetta, seppure probabilmente coeva del castello, si hanno le prime notizie nel 1324, ed il suo nome originario era “Sante Marie de Paliaria”.

Ricostruita a partire dal 1825 da fra’ Nicola Torretta, l’ultimo eremita del Gran Sasso che dimorò a lungo nell’eremo di Frattagrande, è composta di due stanze, di cui una più grande propriamente destinata al culto, ed una decisamente più piccola, aggiunta da fra’ Nicola per poterci abitare. L’accesso è sul lato corto che guarda verso Nord ed è facilitato dalla presenza di alcuni rozzi gradini.

Attualmente, in seguito al sisma aquilano del 6 aprile 2009, non è possibile accedere alla chiesa in quanto risulta danneggiata e puntellata da allora. Negli anni seguenti le grandi nevicate ed altre scosse di terremoto hanno ulteriormente peggiorato la situazione, e non sono ancora partiti lavori di ricostruzione.



FONTE : https://www.isoladelgransasso.it/aree-di-i...lo-di-pagliara/
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